Połëcënellë Biellë
- Alessandria del Carretto, Calabria
La figura dei Belli incarna l'apollineo, l'impulso alla bellezza.
"La maschera dei Belli rappresenta un'esperienza catartica, mostra il sublime, il divino. Il loro scopo è quello di riuscire a proiettare la realtà in un mondo fantastico che popola i sogni degli uomini, di creare un incantesimo tra la folla, un mondo magico e meraviglioso "(G. Sole).
La maschera dei Belli era legata a determinate famiglie di Alessandria, che tramandavano l'arte del vestirsi e del ballo di padre in figlio. La loro arte era riconosciuta dalla comunità ed era motivo di orgoglio e distinzione.
Il vestiario di questa maschera è complesso: il copricapo, la maschera lignea e lo scriazzo erano di proprietà del Pulcinella, mentre il resto dell'abbigliamento veniva prestato per l'occasione, solitamente dalla famiglia di cui il Pulcinella era legato da vincolo sentimentale. Molte parti del costume appartenevano alla famiglia della futura sposa, scialli e fazzoletti di seta antica, non mancavano in alcuni casi monili d'oro. Gli emigrati per sottolineare l'unione e il continuo legame con la comunità, inviavano oggetti per la vestizione; uno di questi erano le coccarde di appartenenza alle società di mutuo soccorso.
Ogni parte del corpo doveva essere celata al pubblico.
Le maschere belle trasmettono soggezione e inquietudine a chi le guarda.
Il corteo è organizzato in modo militaresco. Guidati dalla figura "di gëgandé", la maschera più alta e bella, il quale raduna tutti gli altri belli muovendosi in corteo, una fila per due saltellando e tenendosi l'una all'altra dal mignolo, si muovono verso la casa della sposa. Il corteo è accompagnato da un suonatore di surdulina. Una volta radunato tutto il corteo, le maschere si dirigono in punti strategici del paese. Il suono dei campanacci indica il loro arrivo. La danza dei belli è una tarantella posata e lenta, i passi sono ben legati al terreno e in alcuni momenti della danza la terra viene percossa, quasi a volerla risvegliare.
"U scriazzë" è l'unico oggetto che permette alle maschere di entrare in contatto fisico con gli astanti. I pon pon posti all'estremità dello stesso sfiorano i semi e le teste, "infilzano" i cappelli degli uomini e vengono portati in giro per la piazza. Sacralizzano i luoghi con il loro saltellare e con la danza circolare. All'imbrunire i Belli si levano la maschera linea facendosi riconoscere dalla comunità. Con il viso scoperto si iniziano le serenate di buon augurio alle famiglie che in precedenza hanno dato in prestito parti del vestiario.
Il Museo Alessandrino della Maschere nasce per ospitare Storia, storie, folklore e testimonianze dei più importanti e antichi carnevali tradizionali d’Italia, forte di un’attenzione particolare rivolta proprio al carnevale alessandrino e alle sue maschere caratteristiche: i Połëcënellë Bielle, i Połëcënellë Brut’, la Coremme e l’Ursë.